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Un disco e un libro nati sulle assi di un palcoscenico, inseguendo le suggestioni di testi che già Shakespeare aveva pensato come vere e proprie canzoni, destinate ad essere eseguite dagli attori o dai musicisti di scena. Anche per questo il poeta inglese aveva accantonato la raffinatezza formale dei sonetti o dei pentametri dei versi teatrali per adottare una scrittura più semplice e immediata che rende la lingua della sue canzoni classica, nei precipizi della sua profondità, ma allo stesso tempo magnificamente pop perché fatta di monosillabi, ritmo e ripetizione. Sospeso tra mondi e ambiti diversi è, allo stesso modo, la riscrittura del tutto originale di Nicola Segatta, in uno stile sospeso tra Monteverdi e De André, Bach e i Beatles, dagli effetti stranianti e coinvolgenti grazie anche alla complicità di Adele Pardi, della Piccola Orchestra Lumière, del Trio Broz e di Monika Leskovar e alla partecipazione straordinaria di Giovanni Sollima.